Dolcetto o scherzetto?

Trick-or-treat,
trick-or-treat,
give me something good to eat

Lo so, ogni anno c’è chi dice Halloween non è una nostra festa, c’è chi dice che invece lo è.

Iniziamo a dire che la parola “Halloween” ha origine dall’inglese “all hallows eve” cioè la vigilia di Ognissanti e risale a una tradizione celtica di 2000 anni fa che si celebrava il 31 ottobre. Infatti i Celti, vissuti nelle terre che ora sono Irlanda, Regno Unito e Francia settentrionale, credevano che la notte prima di quello che per loro era il nuovo anno segnasse il confine tra il mondo dei vivi e quello dei morti: così celebravano “samhain”, la semina, accendendo enormi falò sacri indossando costumi per scacciare i fantasmi e facendo doni alle divinità.

Quando i romani intorno al 43 d.C. conquistarono buona parte del territorio celtico molti riti vennero uniti fino a quando Papa Gregorio III stabilì che il 1°novembre doveva essere la commemorazione di tutti i santi e dei defunti. La celebrazione del giorno di Ognissanti fu chiamata “All-hallows” e la sera prima, quella del 31 ottobre, la tradizionale notte di “samhain” nella religione celtica, iniziò ad essere chiamata “All Hallows Eve” che diventa poi Halloween.

Per Ognissanti, nel Medioevo veniva preparata la “soul cake”, la torta dell’anima, un dolce fatto di pane e uva passa e da tradizione i bambini giravano di casa in casa chiedendo una fetta di questo dolce. Per ogni pezzo di “soul cake” ricevuto, i bimbi avrebbero detto una preghiera per l’anima di un parente defunto facilitandone il passaggio in paradiso. Possiamo pensare che dalla tradizione della “soul cake” al “dolcetto o scherzetto” dei giorni nostri il passo è stato breve, ma storie a parte, la certezza è che ogni occasione è buona per mangiare biscotti!

Cosa ci serve per i biscotti?

200 gr di farina 00 – 100 gr di zucchero – 80 gr di burro – 1 uovo + 1 tuorlo – sale q.b.

Per la frolla, mescola in una ciotola farina e zucchero con un pizzico di sale e il burro a pezzettini, se è a temperatura ambiente farai prima. Lavora l’impasto con le mani fino a quando ottieni una composto sbriciolato, poi unisci uovo e tuorlo e mischia velocemente per non far scaldare il composto. Fai un panetto, avvolgilo nella pellicola e metti in frigorifero a riposare per almeno 2 ore. Sul tavolo metti un po’ di farina e stendi il panetto con il mattarello in una sfoglia alta 5 millimetri e dai la forma ai tuoi biscotti usando tutto l’impasto: io li ho decorati con le codette di zucchero colorate. Scalda il forno a 180°C e cuoci per circa 15 minuti fino a che non sono dorati. Prima di mangiarli devi farli raffreddare e puoi conservarli in un barattolo di vetro per 3-4 giorni.

E cosa beviamo?

Se la tradizione può non appartenerci del tutto, sicuramente il gusto burroso e dolce di questi biscotti si sposa perfettamente con i nostri migliori vini passiti come il Gewurztraminer di Messnerhof, il Recioto di Franchini e il Mistigri di Lo Triolet.

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