Il viaggio nel piatto #8 – La cotoletta alla valdostana

In una piccola regione come la Valle d’Aosta si possono trovare tanti piatti gustosissimi, che si discostano un po’ dalla tradizione culinaria italiana perché influenzate dalla confinante cucina francese. Ma tra zuppe e fondute troviamo la cotoletta alla valdostana che, anche se somiglia un po’ al francese cordon bleu, ha sicuramente origini più antiche. Questo perché da sempre un ingrediente fondamentale della cotoletta valdostana è la fontina, uno dei prodotti tipici di questa regione. La fontina è un formaggio a pasta semidura che viene prodotto solo con il latte delle mucche di razza valdostana seguendo la ricetta originale del XIII secolo: le forme stagionano per 3 mesi, di solito in grotte naturali che conferiscono al formaggio un aroma inconfondibile. Ma torniamo alla nostra cotoletta, un secondo piatto saporito e goloso, composto da fettine di carne ripiene di fontina e prosciutto cotto, impanate e rigorosamente cotte nel burro. Si, perché se la carne può essere di vitello o di pollo, con l’osso o senza, o addirittura sostituita con fette di melanzane, si può eliminare il prosciutto…ma non si scappa dal fritto nel burro, del resto siamo in montagna!

Cosa ci serve per la cotoletta alla valdostana?

4 fettine di vitello di circa 1 cm – 4 fette di fontina sottili – 4 fette di prosciutto cotto – farina bianca q.b. – 2 uova –  circa 150 gr di pangrattato – 150 gr di burro – sale

Con un coltello affilato incidi le fette di carne su un lato per creare una tasca, farcisci la tasca con una fetta di fontina e una fetta di prosciutto e premi il taglio per richiudere la tasca. In un piatto fondo sbatti le 2 uova: prendi la carne farcita, passala leggermente nella farina bianca, poi nell’uovo sbattuto e infine nel pangrattato. In una padella antiaderente sciogli il burro a fuoco medio e quando sfrigola fai cuocere le cotolette circa 10 minuti per lato. La metti su carta assorbente, aggiusti di sale e porta subito in tavola: va mangiata caldissima!

E cosa beviamo?

L’abbinamento migliore con un piatto così sostanzioso è un vino rosso corposo che sia secco e fresco in bocca come un Fumin di Lo Triolet.

 

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